Ruolo causale dell’amianto nella genesi delle neoplasie del tratto gastrointestinale (faringe, stomaco e colon-retto)
Si tratta di un argomento più volte studiato, con risultati, tuttavia, non conclusivi, in quanto l’evidenza del ruolo cancerogeno dell’amianto in tali patologie è tuttora piuttosto limitata.
Attualmente, per quanto riguarda il rapporto tra “Tumore del colon retto” e amianto, risulta che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in occasione di un ultimo aggiornamento dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell’articolo 139 del Testo Unico (approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124), ha inserito la suddetta patologia oncologica nella “Lista II” (Gruppo 6 Voce 3), quella delle malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità.
Pertanto, sulla base delle conoscenze attualmente disponibili, non è possibile stabilire con certezza un’associazione causale tra l’esposizione all’amianto e cancro del colon-retto.
La monografia 100/C della IARC (Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro), il più importante organismo internazionale nel campo dei tumori, a conclusione di una sessione dedicata alle patologie amianto correlate, tenutasi circa 8 anni fa tra il 17 – 24 marzo 2009 ha concluso affermando che l’attività cancerogena delle fibre di amianto doveva essere classificata come 2A raggruppamento indicativo di un criterio di probabilità.
È comunque rilevante notare quanto nelle conclusioni afferma il Gruppo di Esperti della IARC relativamente al cancro del colon/retto.
“Associazioni positive sono state anche riscontrate tra la esposizione a tutte le forme di asbesto ed il cancro della faringe, stomaco, e con/retto. Per il cancro del colon/retto, il Gruppo di Lavoro era (evenly divided) uniformemente diviso nel giudizio se la evidenza fosse così forte da attribuire la classificazione come sufficiente.”
Quindi già nel 2009 la evidenza di un’azione cancerogena certa era prospettata dalla metà dei membri del Grippo di Lavoro, ma non raggiunse la maggioranza dei partecipanti, per cui l’amianto venne classificato come cancerogeno 2A per il cancro del Colon/Retto.
Quanto all’ultimo aggiornamento dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell’articolo 139 del Testo Unico (approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124), esso non potuto tenere conto dell’aggiornamento della valutazione della IARC (che ha ritenuto probabile l’attività cancerogena delle fibre di amianto), dal momento che i dati della IARC sono stati resi pubblici solo nel 2012 con la pubblicazione della Monografia 100/C.
Pertanto tale Decreto Ministeriale appare fortemente datato, in quanto ha inserito la suddetta patologia oncologica nella “Lista III” (Gruppo 6 Voce 3), quella delle malattie la cui origine lavorativa è possibile.
Appare invece di tutto rilievo fare riferimento a quanto recentemente nella letteratura internazionale è stato prodotto in tema di cancerogenesi da amianto per i tumori del colon.
Segnaliamo quindi il lavoro decisivo pubblicato nel 2016 da un gruppo di ricercatori francesi che si segnala per la sua ampiezza (la coorte esaminata consta di ben 14.515 lavoratori ex esposti ad amianto) e per la sua attenzione mirata esclusivamente ai tumori del colon, separando quindi la precedente classificazione che riuniva in un sol gruppo i tumori del colon e del retto.
Il lavoro su menzionato nasce esplicitamente dalla necessità posta dagli Autori di approfondire le controverse conclusioni del Gruppo di Lavoro della IARC e forniscono elementi rilevanti basati esplicitamente sulla valutazione differenziata della cancerogenesi da esposizione a fibre di amianto nei riguardi separatamente del colon e del retto.
Separando per la prima volta questi due distretti dell’organismo, i ricercatori hanno stabilito che mentre per il colon il nesso di causalità appare certo, tale rilievo non appare confermato per il cancro del retto.
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